26 lug 2014

Lesson number eleven: Paccheri cozze, ceci e zafferano


La ricetta numero 11 è per gli amanti delle cozze, quelle pescate però!
Non ho mai capito perché una donna brutta venga definita cozza. Una volta pulita [la cozza] da tutte le schifezze che ci sono in mare diventa bellissima, nera, lucida e odorosa di mare.

Ingredienti per 2 persone:

1kg di cozze ben pulite
2 etti e 1/2 di paccheri [qualcuno dirà che sono troppi ma tanto se poi avanzano li mangerete il giorno dopo]
1 scatola di ceci 
1 bustina di zafferano
2 spicchi d'aglio
Olio, sale, pepe, peperoncino, vino bianco e prezzemolo q.b.

Far rosolare l'aglio in una casseruola con dell'olio extravergine di oliva.
Una volta che l'aglio sarà bruno potrete toglierlo.
Aggiungete quindi le cozze ben pulite [attenzione agli schizzi d'olio bollente], del peperoncino, vino bianco e poi copritele.
Togliete i gusci conservandone solo qualcuno per decorare il piatto.


Mettete a cuocere i ceci nella propria acqua con un po' di sale, pepe e una bustina di zafferano. Una parte di questi ceci li tritate fino ad ottenere una crema.
A questo punto unite il tutto alle cozze.


Cuocete i paccheri, non dimenticate il sale nell'acqua di cottura!

Una volta cotti, mantecati e prezzemolati il vostro risultato sarà questo:

[Non fate caso alla lasagna, quella riguarderà un'altra lesson]





84 commenti:

  1. Se organizzassi un pranzo, con gran fatica, vedrei di esserci.

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    1. Sai cucinare?
      Se si, con gran fatica, vedrei di esserci anche io.

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    2. Ma senti che roba! Stai cercando di scroccare un pranzo!

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  2. in effetti le donne odorose di mare sono le mie preferite.
    P.S.: no, i paccheri avanzati mangiati il giorno dopo, non si può!

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    1. Allora diminuisci la quantità di pasta o invita una terza persona ché le quantità che scrivo nelle lesson sono sempre troppo abbondanti.

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  3. I paccheri non mi ispirano, i ceci mi dicono poco, dello zafferano non sopporto la puzza, il prezzemolo mi viene su. Stavolta ti salvi.

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    1. Per non parlar poi delle cozze!

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    2. Preparate così, in effetti, non mi farebbero neanche voglia.

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  4. Mi permetto un suggerimento, e mi darai atto che le dieci volte precedenti mi sono astenuto rispettosamente. Insieme ai ceci, frullare una parte delle cozze.

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    1. Murble...murble...murble...
      Ci penserò. Grazie per il suggerimento Erasmo. [Per le quantità ci siamo direi :-)]

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    2. Ma che frullare e frullare (il ripiego dell'incapace), non date retta a quel buijaccaro di Erasmo. La ricetta va bene così (semmai, per la serietà della ricetta, sarebbe meglio usare ceci secchi bagnati 18 ore in acqua e bicarbonato, piuttosto che quelli in scatola).

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    3. 18 ore bagnati in acqua?? Ma lei vuole proprio che io mi stanchi?
      [Ma anche qui vuol litigare con Erasmo?Non le bastava l'altro post nel quale, peraltro, ho perso il filo del discorso?]

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    4. 1) Non voglio litigare. Erasmo ha torto per definizione, anche per come si lava le mani o suona al citofono.
      2) L'altro post m'è bastato e ora sono venuto qui a veder cosa bolliva in pentola.
      3) Ahiahai! I ceci van bagnati, le ricette coi cibi precotti non sono vere ricette. E comunque non deve mica vegliarli, loro si bagnano da soli.
      4) Consiglio ceci e zafferano di Navelli.

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    5. 1) Dimenticavo che siete come cane e gatto [o meglio, gatto e topo]
      2) Per ora non bolle nulla.
      3) Questo lo dice lei. Se qualche cibo precotto può abbreviare i tempi di cottura perché non usarlo?
      4) Grazie per il consiglio ma temo di non poter andare.

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    6. 1) Ahimé, è vero, sebbene, entro di me, io gli riservi un grand'affetto.
      2) Come sarebbe "non bolle nulla", io son qui con forchetta e coltello nelle mani e tovagliolo al collo che aspetto i paccheri fumanti. Ceci e cozze, le mie due passioni!
      3) La fretta non è mai buona consigliera. In questa ricetta poi, i ceci a bagno non rubano un minuto, se si è stati previdenti.
      4) Ceci e zafferano di Navelli si trovano in tutt'Italia, almeno nei negozi giusti.

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    7. Ceci a bagno per 18 ore con bicarbonato? Crediamo che sia il modo migliore per gustare al meglio questo splendido legume.
      La fretta in cucina non potrà mai dare buoni risultati e pertanto scongliamo caldamente simili scorciatoie proposte da vostra signoria Monna Rachel.. Non parliamo poi del frullare i ceci insieme ai mitili: eresia, bestemmia, follia allo stato puro. Sarebbe come frullare il basilico per fare il pesto alla genovese.

      Vatel

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    8. Ma chi sono questi anonimi che parlano al plurale? Certo sono più d'uno, perché non avrebbe senso un anonimo che usa il pluralis maiestatis, e neppure il pluralis modestiae. Secondo me, si tratta delle quattro fidanzate del sig.Train. Una prepara la pastina che bontà, altre due battono sulla tastiera, mentre la quarta...beh, la quarta...diciamo che si dedica alla gratificazione del sig.Train.
      Le due che battono (sulla tastiera) gratificano noi, con locuzioni del tipo: il modo migliore per gustare al meglio. Grazie, fidanzate superiori del sig.Train.

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    9. Noi usiamo il plurale maiestatis come fate voi di topgonzo.

      Frullare i ceci e le cozze, tsk, tsk, tsk, solo un ignorante può scrivere queste fesserie.

      Vatel

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    10. Caro sig.Train, è un vero piacere incontrarla qui. E parlare con lei di gastronomia è sempre un'esperienza. Si ricorda quella volta che lei ha confessato di pescare illegalmente il novellame? E, sotto una raffica di critiche, diceva, dando di gomito: "sono sicuro che anche a voi piace"?

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    11. Ci scusi, ma lei chi è? Non ho il piacere di conoscerla.

      Vatel

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    12. Detto da un anonimo, è abbastanza surreale.

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    13. Surreale ci sarà lei, discendente di quarto grado di Erasmo da Rotterdam: ha scritto due commenti che non c'entravano nulla con lo spirito del thread, della nostra inesperta cuoca; mi ha scambiato per un tizio che non conosco, ha scritto dei commenti i cui contenuti sono deliranti. Sarei io il surreale? Se lei fosse stato un mio aiuto cuoco per la sua irriverenza l'avrei spedita per punizione a pelare 30 chili di patate e poi a pulire i gabinetti del ristorante.

      Vatel

      Post Scriptum: una vera cuoca sa che i ceci si tengono a bagno con un po' di bicarbonato per più di una notte, se non conosce questi concetti elementari che sono stati tramandati da generazione in generazione è meglio che faccia altro e che cucini per se e per i suoi familiari, non è mica obbligata a dare ricette nel suo pur simpatico blog.

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    14. E lei, carissimo sig. Train, non è obbligato a leggere le mie ricette.

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    15. Non sono il signor Train.

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    16. Non avevo capito che lei fosse una finta cuoca, sig.ra Rachel. Ma mi dica: è finta cuoca di professione?

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    17. Sig.Train, quando lei si avventura per il grande Web non dimentichi mai che lei è una nostra creatura. Non ci faccia fare brutte figure: il pronome "sé" si accenta, salvo nella locuzione "se stesso".

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    18. @Marcoz, fingo talmente bene di cucinare che mi pagano, per giunta.
      @ Erasmo, non è il sig. Train, è un suo imitatore.

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    19. "mi pagano, per giunta"
      Spero con soldi veri, sig.ra Rachel, non falsi.

      [il sig. Train è così famoso, ormai, che c'è pure chi lo imita. Sono invidiosissimo.]

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    20. "Spero con soldi veri, sig.ra Rachel, non falsi."
      Consideri che l'ultimo acquisto che ho fatto è stato Piazza Dante. Corso Raffaello lo avevo già.

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    21. "Sig.Train, quando lei si avventura per il grande Web non dimentichi mai che lei è una nostra creatura."

      Appunto Erasmo, una volta tanto hai detto la verità:Il signor train esiste solo nella tua fantasia perché questo nick lo hai inventato tu. Il mio nickname è jazztrain non sig. train.

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    22. A quanto pare, tra imitatori e non, è tutta una gara a chi vuol essere riconosciuto come quel personaggio fantastico che è il sig. Train.

      [Da adolescente anch'io ho provato un impulso analogo, desiderando di entrare - ma solo parzialmente - nel personaggio di Wonder Woman (cioè Linda Carter)]

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    23. Ma se questo Jazztrain1 (mai finora citato) non è il sig.Train, perché sente il bisogno di intervenire?

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    24. Ma senti questo che fa il finto tonto.

      Okay, l'hai voluto tu.

      http://topgonzodevemorire.ilcannocchiale.it/2007/03/02/erasmo_e_giamba_da_adinolfi_pa.html

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    25. E' forse di interesse per Rachel sapere che la citazione si riferisce a un blog il cui tenutario ha la seguente opinione sul Terzo Reich: "Il dettaglio, purtroppo, è che la storia viene scritta dai vincitori."

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  5. Ancora le nostre scuse. Nella gabbietta c'è un buchetto.

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    1. Mi domando come faccia a passarci, con quel panzone... va bene che è molliccio, ma...

      (red. cac.)

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  6. La cosa più dolorosa del lavoro è che uno rischia di perdere i virtuosismi dell'Anonimo Train. Non sia scortese, le signore prendono come offesa personale anche quella fatta ad altre e se ne ricordano. Gli anni passano e si rischia di perdere la giovinezza conservando la verginità.

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  7. Dolorosa del lavoro? Lei dovrebbe essere felice di avere un lavoro. C'è che non riesce ad averlo.

    Vatel

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    1. Fortuna che ci sono le sanatorie del sig. Fioroni.

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    2. Lei, come il suo amichetto Giovanni, disprezza il lavoro?

      Vatel

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  8. Incidentalmente (e non certo in risposta al fesso qui sopra): sul supplemento "Io Donna" del Corriere della Sera di oggi, a pag.69, c'è una ricetta di Gennaro Esposito, chef del ristorante Torre del Saracino di Vico Equense (2 stelle Michelin): "Le pappardelle di grano duro con cozze alla saracena": "(...) estrarre le cozze e unirle alla loro acqua, aggiungere un pizzico di conserva di pomodoro ed emulsionare il tutto con un frullatore a immersione (...)"
    Io non ho avuto bisogno di aspettare il Corriere di oggi, perché è così che faccio sempre la pasta con le cozze, sull'esempio di mia madre. L'emulsione di cozze sostituisce anche la cipolla nel soffritto. Parte delle cozze, ovviamente: le altre si mettono intere più tardi.

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    1. Si dice niente dei ceci in scatola?

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    2. Ecco, si legga Io Donna, è proprio il giornale fatto apposta per lei.

      Vatel

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    3. Non sarebbe male sottoporre il sig. Vatel a un esperimento, chiedendogli di assaggiare la pietanza realizzata con ceci precotti e con "ceci secchi bagnati 18 ore in acqua e bicarbonato".
      Naturalmente, l'assaggio non dovrebbe prevedere solo due piatti (troppo facile indovinare per sbaglio); diciamo che una forchettata da 14 (7+7) potrebbe andare bene, al fine dell'attendibilità del risultato.

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    4. Guardi che il fesso citato non era lei, ma il sig.Topo: "Ma che frullare e frullare (il ripiego dell'incapace)". Nell'universo del sig.Topo, gli incapaci si prendono due stelle Michelin. Non c'è proprio meritocrazia.

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    5. Non mi sottopongo ad alcuna ordalia, Se proprio ci tiene al cosiddetto "giudizio divino" faccia simile proposta al suo amico che si fa chiamare Erasmo da Rotterdam; gli dica di assaggiare due piatti: l'uno fatto con il pesto genovese artigianale l'altro con i barattoli e con le regole che lei ha testé enunziato.

      Ora vo, e faccia sapere cosa ne pensa il suo amichetto.

      Vatel

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    6. Ecco, bravo, sig.Train: vada. E per il futuro non usi parole difficili, di cui ignora il significato.

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    7. Il signor Ratatouille ha perfettamente ragione, sicuramente ne capisce più di lei di cucina, o discendente di quarto grado di Erasmo da Rotterdam:
      Il frullare è degli incapaci. Lei frullerebbe il basilico per fare il pesto alla genovese o utilizzerebbe il mortaio come prevede la ricetta ufficiale?

      Vatel

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    8. Ma non aveva detto "ora vo", sig.Train? forse si trattava di un Veloce Orgasmo? le sue fidanzate sono tipi efficienti.

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    9. Sig. Vatel, sarebbe solo un modo per appurare se il piatto soffre effettivamente la pre-lavorazione dell'ingrediente cecio.
      Insomma, si tratterebbe di un test organolettico. Ma forse lei non li gradisce a prescindere, i test.

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    10. Anche se lei è un volgare buzzurro, le risponderò da persona educata perché è d'obbligo una precisazione: Mentre rispondevo al suo amichetto Marcoz, subito dopo aver postato la mia risposta, è apparso il suo. Le ho risposto sempre educatamente dicendo che il signor Ratatouille ha ragione e che lei ha torto. Quello che scrive il settimanale Io Donna lo lasciamo alle casalinghe, è sicuramente più piacevole leggere un classico come l'Artusi che è stato importante nella storia della cucina italiana.

      Vatel

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    11. Sig. Marcoz, lo faccia lei il test. Come le ho testé detto, non mi sottopongo ad alcun esperimento che abbia valore di ordalia.

      Vatel

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    12. Tre cose in fretta, Sig.Train:
      1. La sua ignoranza, unita a imprudenza, le fa usare impropriamente termini per lei difficili, come ordalia.
      2. La sua avarizia la tiene lontano dalle edicole, per cui lei ignora che i supplementi dei quotidiani sono ad acquisto obbligatorio.
      3. La sua misoginia le fa dimostrare disprezzo nei confronti delle casalinghe.
      (Penso che sarei anch'io misogino se non me l'avessero data per 48 anni filati)

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    13. Artusi è morto più di un secolo fa. Se si parla di elettronica che fa tira in ballo Marconi?

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    14. Se insiste con 'sta cosa dell'ordalia, allora significa che i ceci le fanno veramente schifo.

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  9. Signor Giovanni, Artusi è un classico della cultura gastronomica italiana, secondo la sua logica da coatto non si dovrebbero leggere le poesie di Giovanni Pascoli perché è morto un secolo fa?
    Sig. Erasmo, lei è proprio privo di senso dell'umorismo, non le viene il dubbio che il termine ordalia, che tanto le fa venire l'orticaria, è espresso in senso ironico?
    Vero, certi supplementi sono obbligatori, ma nessuno la obbliga a leggerli, io, ad esempio, quando compro i quotidiani, i supplementi li regalo sempre al mio barista o al mio barbiere.
    Non disprezzo le casalinghe, trovo buffo che lei legga un supplemento di un quotidiano il cui target è rivolto alle donne e in particolare alle casalinghe.
    Marcoz, i ceci mi piacciono lessi, dopo una notte lasciati a mollo, non mi piacciono i ceci in scatola e nemmeno quelli frullati.
    De gustibus non disputandum est.

    Vatel

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    1. Abbia pazienza, sig.Train, ma perché non mollare quando lei sente montare il nervosismo?
      Come faccio a sapere che le monta il nervosismo? La conosco da tanti anni, e so che quando lei comincia a dire che l'interlocutore se la prende, che si impermalosisce, che ha l'orticaria, significa che le comincia il fuoco di S.Antonio.
      Nella fattispecie, lei aggiunge al sessismo vagamente omofobo ("buffo" un maschio che si abbassa a leggere un giornale femminile) il classismo ("i supplementi li regalo sempre al mio barista o al mio barbiere": i quali, oltre a essere giudicati buffi, sono anche classificati come inferiori). Creda, sig.Train: il barista e il barbiere:
      1. non sono "suoi"
      2. fanno professioni rispettabili, non inferiori alla sua. Questo disprezzo per il lavoro manuale sarebbe già spregevole in un vero intellettuale, ma è ancora peggio in uno come lei.
      [Poiché la cazzata su Artusi e Pascoli non è rivolta a me, su quella la grazio]

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    2. In genere, ma con qualche eccezione, è vero che i gusti non si discutono. Però qui il sottoscritto ha sollevato il dubbio sul fatto che lei, alla cieca, sia in grado di distinguere un cecio reidratato e cotto in casa da un precotto inscatolato; a maggior ragione se il legume fa parte di una ricetta elaborata con altri ingredienti.
      Forse le sfugge che esistono alimenti, ingredienti e procedure che "soffrono" molto la preparazione industriale e altri che subiscono poche o non rilevanti perdite di qualità (almeno, questo è il parere di un mio cliente, un'azienda di prodotti per l'"horeca")

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    3. Come le ho appena detto, caro signor Erasmo, trovo buffo che lei legga settimanali illustrati femminili e credo che chiunque al posto mio sorriderebbe immaginando una scena nella quale un uomo di mezza età legge giornali come Io Donna o Donna Moderna.

      E' vero quello che lei dice: Il barista e il barbiere non sono "miei", eppure, le faccio notare che sono un loro cliente. Tra l'altro che fastidio può dare loro se dono delle riviste che non leggo mai perché non m'interessano e che spesso finiscono regolarmente nel bidone della carta da riciclare? Facendo questa donazione compio un'azione utile: induco i clienti a leggerli mentre consumano una bibita al bar o mentre aspettano pazientemente il loro turno dal barbiere.

      Vatel

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    4. Il sig.Train dona, compiendo un'azione utile, riviste che spesso finiscono regolarmente (l'eccesso di avverbi è del sig.Train, come al solito animato da horror vacui) nel bidone della carta da riciclare.
      A noi, invece, lei dona il solito quarto d'ora di buonumore.
      Vadi adesso, sig.Train. E si doni altrui.

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    5. Lei non capisce proprio e quello che sostiene non è il prodotto di malignità, ne sono certo. Se così non fosse si renderebbe conto che l'equivalenza Artusi=Marconi [in questo contesto] non è in alcun modo contestabile tirando in ballo Pascoli.
      Asino che non è altro.

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    6. Dipende dai punti di vista signor Erasmo, lei trova buffo l'eccesso di avverbi perché li trova divertenti, mentre io trovo buffo lei che legge riviste femminili e in particolare le ricette culinarie.

      Signor giovanni, lei è un altro acido come il suo amichetto?
      Le ho spiegato che l'Artusi, pur essendosi occupato di culinaria, è un patrimonio della cultura italiana (le ricordo che lo scrittore Marco Malvaldi lo ha omaggiato in un suo libro intitolato Odore di chiuso, casa editrice Sellerio). A meno che lei non abbia una visione dualistica della letteratura: l'Artusi non è un poeta, mentre Pascoli si.

      Marconi lo lasci perdere: era un grande genio, nessuno lo mette in discussione ma era anche un apologeta del regime fascista.

      Vatel

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    7. A proposito dell'Artusi, vi faccio leggere un passo divertentissimo: "I cavoli tutti, siano bianchi, neri, gialli o verdi, sono figliuoli o figliastri di Eolo, dio dei venti, e però coloro che il vento non possono sopportare rammentino che per essi queste piante sono vere crocifere, così chiamate perché i loro fiori portano quattro petali in forma di croce."

      Sono figliuoli o figliastri di Eolo... Solo un raffinato letterato come l'Artusi poteva scrivere un passo del genere che suscita il sorriso. Stia attento ai venti di Eolo che potrebbe emanare dalla sua bocca, signor Erasmo

      Vatel

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    8. Come al solito, quando la caccola è troppo lunga arriva spossato alla meta, e ti sbaglia l'ultima concordanza.

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    9. Sia meno acido, signor Erasmo, e non continui ad emanar dalla sua bocca i venti di Eolo.

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  10. E uno che ritiene buffo che un uomo legga "Io donna", non trova di meglio che regalarli al barbiere perché se ne dilettino i suoi clienti?! Ma i clienti del suo barbiere, scusi, sono tutte checche?

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    1. Su questo non ci pronunciamo. Sulla bravura del barbiere avremmo qualche dubbio, avendo visionato le foto del sig.Train. Bisognerebbe però vedere da quale materia prima era partito.
      [risparmieremo le battute sul lavare la testa all'asino]

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    2. Alcuni barbieri, Miss Barbarella, fanno anche i parrucchieri per signore.

      Non ci sono più i barbieri di una volta, mia cara Miss.

      Vatel

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    3. Il sig.Train si presenta dal barbiere con Io Donna sotto il braccio, e, per sua stessa ammissione, lo offre in lettura alle signore "mentre aspettano pazientemente il loro turno dal barbiere". Deve essere una nuova tecnica di acchiappo. Noi però, sig.Train, le consigliamo di usare quelle che le abbiamo insegnato, perché sono 48 anni che la sua non funziona.

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    4. I parrucchieri per uomo e per signora si chiamano parrucchieri per uomo e per signora. Quelli che si chiamano barbieri fanno i barbieri, se no si chiamerebbero parrucchieri per uomo e per signora.

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  11. Mi piacciono queste raffinate disquisizioni sul nulla, peccato che quando vado a tagliarmi i capelli non dico: "Vado dal parrucchiere per signori, ma vado dal barbiere."
    Dal parrucchiere cosa potrei fare, mettermi una parrucca come ai tempi di Luigi XVI?

    Signor Erasmo, ci spiega come mai è diventato un assiduo lettore di Io Donna?

    Vatel

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    1. Ma sig.Train, io sono da sempre un lettore di Io Donna. La invito a commentare liberamente questo mio coming out.

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  12. "Mi piacciono queste raffinate disquisizioni sul nulla"
    Finalmente uno che sa come perdere tempo utilmente.
    Il piacere prima di tutto, eccheccacchio!

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  13. Va bene, ho deciso di venire incontro al sig.Train e al sig.Topo, che temono di sembrare meno machos se aprono "Io Donna". La ricetta con le cozze frullate la trovano qui
    http://www.torredelsaracino.it/index.php?option=com_content&view=article&id=111:pappardelle-di-grano-duro-con-cozze-alla-saracena&catid=37:ricette-del-mese&Itemid=44
    Come si vede dalla foto, il sig.Esposito reca una vaga somiglianza con il sig.Train, il che dimostra, al di là di ogni pregiudizio, che l'aspetto fisico non è di per sé un handicap. Il contenuto della scatola cranica, invece, può esserlo.

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    1. Aspetto fisico, dimensione del cranio, non la sapevamo seguace della dottrina di Cesare Lombroso e della sua fisiognomica.

      Stia attento, signor Erasmo, nell'utilizzare categorie lombrosiane; le ricordo che in Germania negli anni 30 la fisiognomica questa pseudoscienza veniva utilizzata per distinguere il cosiddetto "ariano" da colui che per razza non era definito tale. Mi fermo qui per rispetto nei confronti della padrona di casa e per coloro che hanno patito le orrende sofferenze del nazismo e dei suoi carnefici.

      Vatel

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    2. Ma no, non si fermi: continui, continui… Era così bello!

      ("continuare" è una richiesta che le donne mi fanno ancora adesso inutilmente, ma questo è un altro discorso)

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    3. Scusi, sig.Train, ma se lei vuole essere intimidatorio, deve usare l'arma rivolgendola verso l'avversario, non verso di sé. Non vede che quello che ho detto è il contrario del lombrosianesimo? Ho detto che due si assomigliano, ma uno (Esposito) è intelligente, l'altro (il sig.Train) è un perfetto imbecille. Come questo commento dimostra.

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    4. Intimidatorio? Questa si che è divertente. Lei quando dialoga deve per forza intimidire qualcuno? Certo che ha un modo bizzarro per relazionarsi con il prossimo.

      Vatel

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    5. Sig. Vatel, magari non sarà stato intimidatorio* in senso stretto, ma quel suo "Stia attento, signor Erasmo" era di certo un ammonimento.

      *in una discussione come la vostra - che non è un semplice dialogo - gli interlocutori possono certo avvalersi di una "tecnica intimidatoria", che in genere consiste nel mettere alle strette l'avversario con argomenti presentati come ineccepibili, allo scopo di metterlo in inferiorità psicologica e di tarpare le ali a eventuali repliche.

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  14. peccato che quando vado a tagliarmi i capelli non dico: "Vado dal parrucchiere per signori, ma vado dal barbiere."
    Ma se le dispiace così tanto dire vado dal barbiere, perché dice vado dal barbiere?

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  15. P.S. Sulla lasagna, cara Rachel, la mia idea è che sia tutta questione di ingredienti. Tuttavia, apprezzerei sapere come fai la besciamella (no kosher).
    La besciamella, cari fessi, è uno dei misteri della cucina, e anche della fisica.

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    1. Dovrai attendere un po' per quest'altra lesson ma arriverà.
      [Hai visto che un altro blogger tenta di farmi le scarpe scrivendo ricette?]

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    2. Più che visto ho guardato.

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    3. La besciamella? Ora capisco, sig. Erasmo, perché emana dalla sua bocca i venti di Eolo.

      Vatel

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